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Povertà, educazione e democrazia
Marco Benini
apr 23, 2021

Quale democrazia?

Tempo di lettura: 7 minuti


In Italia il 34% della popolazione sotto i 18 anni vive uno stato di povertà assoluta o relativa, non riesce cioè ad accedere alle risorse strutturali, economiche ed educative necessarie per il proprio sviluppo.


Questa condizione di sofferenza è determinata da quattro fattori: la povertà economica e ambientale, la bassa partecipazione alla vita sociale, la difficoltà a mobilitare risorse interiori e la scarsa capacità di creare relazioni significative.


A questa drammatica situazione si deve aggiungere un dato ancora più sconvolgente: il 70% degli italiani ha difficoltà a comprendere un testo scritto. È incredibilmente venuta meno una competenza che sta alla base di due elementi cardine del sistema democratico: la capacità di valutazione e il pensiero critico.


Quando i livelli di povertà sono in forte crescita, la capacità valutativa personale diminuisce e il dibattito pubblico si polarizza eccessivamente, alcuni snodi del Sistema Paese, come la mediazione delle istanze sociali, faticano a svolgere la loro funzione..


La democrazia - che è il luogo in cui gli interrogativi esistenziali raggiungono una sintesi civica - risente negativamente di questa complessa morfologia sociale.



Povertà educative


La povertà educativa è un fenomeno che ha origine nel contesto ambientale, economico, sociale e psico-affettivo in cui nasce e cresce il bambino. Può essere correlata alla povertà economica tout court, ma i due fenomeni non sono completamente sovrapponibili, tant'è che la povertà educativa è un fenomeno trasversale.


Trattandosi di un fatto complesso e multidimensionale sono molti gli aspetti da prendere in considerazione: esclusione sociale; mancanza di spazi educativi, scarso accesso alla cultura, assenza di servizi sociali e strutture sportive, disagio famigliare, disuguaglianze digitali, etc.


Ma se la povertà educativa è l'impossibilità di accedere a beni, servizi e opportunità necessari alla crescita, è importante anche ricordare che quando troviamo accessibilità non sempre troviamo la qualità.


Fortunatamente molti soggetti, privati e pubblici, stanno facendo un grande sforzo per intervenire là dove le condizioni sono più problematiche, in modo da garantire a bambini e adolescenti la possibilità di apprendere, sperimentare, coltivare capacità e competenze, guardando al talento e all'aspirazione di ognuno.


Analfabetismo di ritorno


Otto italiani su dieci hanno difficoltà ad utilizzare quanto letto in un testo, sette su dieci faticano a comprenderlo. Questo dato, per una società che fa della parola scritta uno dei cardini della vita quotidiana, oltre che essere sconvolgente è anche contraddittorio.


Di fatto in molti Paesi ad alto livello di reddito, dopo la conclusione del percorso scolastico, si osservano fenomeni di regressione verso livelli di alfabetizzazione più bassi. Entro certe dimensioni sembra si possa considerare un fenomeno naturale e accettabile.


Tuttavia non è possibile accettare che le competenze di comprensione, elaborazione, calcolo, linguistiche e matematiche di 8 italiani su 10 siano pari a quelle di un diplomato di terza media.


Si ipotizza che questo fenomeno, che è ampiamente diffuso anche tra i quadri e manager, cioè nella classe dirigenziale del Paese, sia tra le cause della persistente stagnazione economica e che abbia un ruolo attivo nella difficoltà di comprendere meccanismi complessi quali l'economia, i fenomeni sociali, le politiche sanitarie, le strategie a lungo termine, etc.


I soggetti più a rischio in questa situazione sono i 4 milioni di giovani che - oggi in Italia - non vanno a scuola, non lavorano e non sono in formazione.


Per contenere il fenomeno sarebbe necessario sviluppare un sistema di formazione per gli adulti in modo da coinvolgere almeno il 70% della popolazione in percorsi di aggiornamento ricorrente, seppur per brevi periodi. In questo scenario, per una programmazione a lungo termine della crescita dei livelli di benessere, si ritiene centrale anche la formazione continua degli insegnanti e l'applicazione di incisive politiche di Early Child Education and Care.



Comunità Educanti


Fortunatamente stiamo anche assistendo ad un cambiamento significativo quanto inatteso: un’indagine promossa da "Demopolis" e "Con i Bambini" realizzata nel novembre 2020 ha infatti registrato che per il 67% degli italiani la responsabilità dei minori è di tutta la comunità, un dato che si attestava al 49% nella rilevazione del 2019.


Ma quale significato può avere oggi la parola "comunità"? La comunità tradizionale cui si conferiva affetto, protezione e garanzia di inclusione ha abbandonato da tempo il nostro immaginario a favore di una comunità territoriale fluida, multiculturale e sempre più virtuale.


Una Comunità Educante rappresenta una netta evoluzione del concetto di comunità, ci si riferisce infatti ad un sistema di valori educativi attualizzati, profondamente radicato nella comunità fisica, il cui obiettivo non è solo promuovere l’apprendimento ma anche e sopratutto richiamare al più importante "imparare ad essere".


La rigenerazione del tessuto urbano e la mobilitazione di risorse a favore delle nuove generazioni sono alcuni degli obiettivi che le Comunità Educanti stanno cercando di conseguire per innalzare la qualità della vita e progettare un futuro dignitoso e prospero.


Prospettive di lavoro


Sono la frontiera per eccellenza e di questo stigma le persone che le abitano ne soffrono. Tuttavia si è ben consapevoli che rappresentano un territorio vitale e rilevante che va presidiato con una qualità di intervento superiore al resto del Paese. Le migliori progettualità devono nascere e radicarsi nelle periferie, è qui che l'educazione affronta fenomeni distruttivi e violenti come la criminalità organizzata e la povertà più debilitante.

L'Unione Europea ha varato una politica di coesione volta a ridurre le disparità di sviluppo fra le regioni degli Stati membri e a rafforzare i tessuto economico, sociale e territoriale per favorire una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Queste risorse unitamente al "Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile", rappresentano una grande opportunità di sviluppo per progettualità attive e territorialmente radicate.

La rigenerazione urbana è un'azione promossa da cittadini e istituzioni finalizzata a ripristinare la vivibilità di un territorio rispettando l'ambiente, incrementando l'economia e favorendo la coesione sociale. L'esito di queste iniziative è affidato alla capacità di coinvolgere attivamente i residenti, aggregando in un progetto condiviso comitati, associazioni, persone, attività produttive e scuole. Una risposta corale per un bisogno collettivo.

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