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Educare da zero a quattro anni
Marco Benini
mar 10, 2021

Una rivoluzione silenziosa

certamente mmaTempo di lettura: 6 minuti


Oggi sappiamo che un’educazione precoce è adeguata alle potenzialità di apprendimento del bambino, ma sopratutto è stato dimostrato che è predittiva di una buona qualità di vita nell'età adulta.


Tra zero e quattro anni il cervello umano vive la sua età più fertile e le esperienze con cui il bambino si confronterà in questo breve periodo influenzeranno diversi aspetti della sua vita: dal rapporto con se stesso, alla socialità, agli affetti. Qui si pongono anche le basi per lo sviluppo di abilità strategiche come l'empatia, il problem solving, il pensiero intuitivo e quello logico analitico, la comprensione di una narrazione, la confidenza con le lingue straniere e le abilità sociali.


Una maggiore attenzione all'educazione del bambino in tenera età restituirebbe al genere umano - in un paio di generazioni - un livello di benessere oggi difficilmente immaginabile. Ad esempio, prendendo in considerazione un punto di vista indicativo ma certamente non esaustivo come quello economico, è stato calcolato che il ritorno dell'investimento in educazione è tanto più alto quanto più è precoce l'età del bambino.


Effettivamente nei primi 4 anni si raggiunge un numero di connessioni tra neuroni che rimarrà senza eguali per tutto il resto della vita: ogni secondo se ne producono dalle 700 alle 1.000, una quantità immensa. A quell'età la capacità di apprendimento di un bambino è sostanzialmente illimitata.



La scienza


Tra 0 e 4 anni si vive un momento critico della vita in cui si ha la possibilità di accompagnare il rapido sviluppo del cervello umano. Qui si costituiscono le basi delle abilità cognitive e caratteriali necessarie per vivere con soddisfazione le imminenti sfide scolastiche, gli affetti, il lavoro e la vita futura (Galinsky, 2006 e Heckman 2014).


In questi anni, a livello biologico, il cervello sviluppa circuiti neurali sempre più complessi e, grazie alla sua incredibile plasticità, manifesta al massimo la sua capacità di apprendere. Infatti, durante la prima infanzia i collegamenti tra i neuroni si moltiplicano, allungano e differenziano ricoprendosi di mielina, una sostanza che aumenta la velocità di trasmissione dei dati.


La maturazione di questi collegamenti è stimolata dalle esperienze vissute in prima persona, non ultime quelle affettive che forniscono stabilità a tutto il processo di maturazione.


Questo stato di cose non perdura a lungo perché nelle fasi successive dello sviluppo si procede per sottrazione, cioè le connessioni meno utilizzate decadranno, questo accade perché la maturazione del cervello non si basa sul principio della moltiplicazione dei neuroni, ma sulla loro specializzazione. A livello biologico, infatti, il cervello sta cercando di sviluppare circuiti neurali sempre più complessi che si basano sui circuiti più elementari creati in precedenza.


L'andamento di questo processo è ben descritto dai periodi sensitivi (finestre di opportunità) elaborati con mente illuminata da Maria Montessori.



L’educazione “precoce”


Investire precocemente in un'educazione di qualità migliora istantaneamente la qualità della vita famigliare, innalza le competenze emotive e cognitive dei nostri figli, contribuendo in definitiva al futuro benessere delle nostre società.


Le Nazioni e le aziende che hanno compreso questa realtà stanno investendo capitali considerevoli per sviluppare strumenti e garantire opportunità educative per la prima e seconda infanzia, come ad esempio: un'adeguata informazione divulgativa, una puntuale formazione per i genitori, playground e scuole di nuova generazione e un'avanzata ricerca accademica.


Una buona politica di Early Children Education and Care dovrebbe favorire anche la vicinanza figli-genitori e un adeguato supporto psico-educativo alle famiglie. A quest'età è decisivo poter fare affidamento su un rapporto stabile e affettivamente connotato con adulti di riferimento, poiché sono proprio le persone che interagiscono regolarmente con il bambino che lo aiuteranno ad affrontare le prime sfide, a vivere con curiosità ed apertura, a porsi domande e fare ipotesi su ciò che egli stesso vive, a sviluppare la riflessività.


Ciò che aiuta maggiormente il cervello a svilupparsi è la percezione che esso riesce ad avere di se stesso.



I tre elementi


Tra 0 e 6 anni sono molti gli aspetti da tenere in considerazione, tra i più importanti tre possono fare la differenza per il bambino ed anche per i genitori: gli ambienti (il terzo educante), le relazioni con e tra i genitori, le opportunità di gioco (lo strumento dell'imparare).



Prospettive di lavoro


Se gli ambienti sono accoglienti e le relazioni calde, le attività possono fare molta differenza. Oggi sappiamo che un bambino trae molto beneficio dalla stimolazione sensoriale, dal movimento libero del corpo, dalle letture, dalla musica, dall'esposizione a opere d'arte e persino da alcune precoci esperienze mediate di matematica. Tuttavia il principio del "fare in modo ordinato" è di gran lunga più importante che fornire molte esperienze in modo caotico..

Le relazioni tra e con i genitori sono fondamentali, la loro cura è uno degli aspetti a cui più si lega il benessere presente e futuro del bambino. Una comunicazione positiva, che non prevarichi l'altro, che esprime e non reprime, crea ambienti più adatti alla crescita dei bambini. Non si tratta di recitare la positività, ma di creare le condizioni per viverla. In caso però si presentino tensioni difficili da gestire è meglio non aspettare, chiedere aiuto ad un professionista è segno di maturità.

Sono causa spesso invisibile di frizioni e conflitti: "non toccare qui", "lì è pericoloso"... Per ridurre lo stress di adulti e bambini e utilizzare al meglio gli ambienti è necessario rivedere frequentemente l'organizzazione della propria casa: tenendo in considerazione la nostra comodità e le esigenze di sviluppo del bambino.

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